Elvis & Benny, travolgente coppia di spettacolo e nella vita, si raccontano per il loro pubblico. Scoprite di più su questo magico duo!
Elvis e Benny, chi siete e cosa fate? “(Elvis) Siamo due visual performer. Siamo nati come maghi, ed abbiamo creato questo duo dove utilizzando la magia abbiamo creato dei numeri visuali, dove non c’è niente da capire, ma c’è solo da guardare”.
Si capisce subito che non siete solo una coppia lavorativa. “(Elvis) Esatto, anche giù dal palco. Ci tocca fare le prove davanti allo specchio dell’armadio di casa, giorno e notte. (Benny) Diciamo che noi inventiamo delle parodie, tipo il burlesque, che quando ha avuto un boom ci ha fatto pensare: ma perché non prediamo in giro il burlesque? Perché Elvis non ti spogli anche tu e fai tu il burlesque? (Elvis) […] ma non ci soffermiamo. In realtà la nostra forza sono i personaggi, onirici e fuori dal comune, e da lì creiamo la struttura che di un pezzo che in base alla durata e ad un certo tipo di musica crea questo mondo parallelo.
Quindi in qualche modo c’è anche della clownerie? (Elvis) Si, circo, clownerie, magia; c’è un po’ di tutto. (Benny) C’è anche un altro numero che abbiamo fatto a Colorado dove lui fa l’assistente donna e io faccio le magie; cerchiamo di sfatare questi miti della donna che fa l’assistente e di giocare sui ruoli.
Come vi siete incontrati? (Elvis) Ho trovato un giorno in un locale questo ragazzo che mi fa vedere un gioco con una monetina, era bravo e gli ho proposto di fare il mago; ha iniziato, gli ho dato un po’ di contatti, abbiamo avuto delle piccole collaborazioni e lui ha tirato in mezzo Benny, ed abbiamo iniziato a lavorare insieme.
Quindi non è nato prima l’amore? (Benny) No, assolutamente. (Elvis) Diciamo che lei ha deciso di scegliere il numero uno dopo anni di insistenza.
Con che cosa avete cominciato? Quale è stato il vostro primo spettacolo insieme? (Benny) Abbiamo fatto la nostra prima esibizione al Caffè Teatro ed abbiamo portato la palla, che ancora non era parodia del burlesque ma lo è diventata dopo, quando abbiamo fatto la Tattoo Convention di Milano.
E come palla intendete il palloncino gonfiabile? (Elvis) Un palloncino gigante dove io entro dentro e faccio del trasformismo sul sul burlesque. Lo usano in tanti, ma noi facciamo trasformismo all’interno della palla, è quella la particolarità.
Quali sono le vostre fonti di ispirazione per un repertorio così articolato? (Elvis) Le nostre fonti di ispirazione sono un pò ovunque. Tutto nasce da un’idea, da quando si accende la lampadina, tipo il primo numero che abbiamo creato. Eravamo in macchina, ed ascoltando una canzone abbiamo detto: facciamo questa cosa? (Benny) Poi ovvio, siamo migliorati, però da lì è nato tutto un percorso.
Siete sempre d’accordo sulle vostre idee? (Benny) No, assolutamente. Io sono quella creativa che penso di notte le cose e lo sveglio di notte. (Elvis) Una cosa insopportabile. Non sempre siamo d’accordo, ma ognuno dice la sua e poi viene fuori il meglio di entrambi.
Ma quindi non avete un riferimento per le vostre ispirazioni? (Elvis) Abbiamo una coppia di maghi americani che sono Penn & Teller che fanno cose assurde, e noi non copiamo né prendiamo idee, ma ci ispiriamo a loro, perché nel mondo della magia è difficile trovare qualcosa di originale e diverso, un mondo tuo. (Benny) Noi infatti cerchiamo sempre di reinventare. Quando siamo andati a Italia’s Got Talent ad esempio abbiamo creato un numero tutto nostro su quello classico delle lamette che si mangiano e si tirano fuori con un filo: lui si è vestito da teschio e le tirava fuori dal collo.
L’attrezzatura, l’esibizione, i trucchi scenici. Come elaborate il tutto? (Elvis) Abbiamo dovuto cambiare casa e comprare un garage per mettere dentro tutto. Ma non facciamo grandi illusioni, solamente tre o quattro. (Benny) Non ci piace, è troppo meccanica. (Elvis e Benny) […] E nel garage abbiamo dentro di tutto: un acquario, valigie, vestiti, cerchi dell’acrobatica aerea…
E fate tutto voi? (Elvis) Per i costumi abbiamo una sarta che ci aiuta, però per le applicazioni fa per il 90% tutto Benny ed io la costruzione tecnica. (Benny) La sarta ci odia. Io penso ai vestiti e le dico cosa fare, e lei mi chiede come mi vengano certe idee.
A cosa vi serve l’acquario? (Elvis e Benny) Ci serve per far apparire duecento pesci rossi. Abbiamo rivisitato il numero di Penn & Teller, che propongono il Sogno dell’Avaro in chiave ultramoderna. Noi lo abbiamo proposto ambientato in un ristorante con un tango elettronico.
Quale è stata a vostra esibizione peggiore? (Elvis e Benny) Ci hanno invitato in una trasmissione di una rete privata locale, per interventi di magia di cinque minuti, una cosa poco chiara. E negli studi televisivi c’era una cartomante, e ci hanno fatto fare questi interventi che non capivamo cosa c’entrassero in un programma del genere. Ed alla fine ci ha offerto lo champagne, caldo.
Com’è il vostro rapporto con il pubblico? (Benny) Sempre bellissimo. Abbiamo anche due o tre fan che ci fan morire dal ridere, che ci seguono. Non ci diamo delle arie. (Elvis) Interagiamo con il pubblico, anche dopo lo spettacolo. Questo rapporto è una delle cose più importanti, perché ti dà la carica per andare avanti a creare, e l’energia dell’esibizione.
Questo è un estratto dalla puntata di Radio Variété dedicata a quest’artista. Ascolta l’intervista completa:
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